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Se ne parla e se ne scrive già da un po’ di tempo: un nuovo condono è alle porte.
Probabilmente con la prossima legge finanziaria sarà consentito a chi è in debito con il fisco di definire le proprie pendenze usufruendo di un certo sconto sulle somme dovute.
E’ un condono, ma guai a chiamarlo con il proprio nome!
Il termine adottato è “pace fiscale”.
Detto così pare molto rassicurante.
Mi stupisce che non abbiano scelto un termine inglese, del tipo “peace tax”. Siamo infatti in anni in cui per dire che l’Agenzia Entrate fa opera di persuasione verso il contribuente, ci dicono che fa attività di compliance, e via di questo passo.
Detto che di condono si tratta, occorre anche dire che questa è una consuetudine già adottata da parecchi governi negli ultimi decenni.
Continua a stupirmi il fatto che si presenti una iniziativa come questa giustificandola come un atto che favorirà i cittadini che hanno un debito con il fisco oppure un contenzioso fiscale in corso.
Non è così!
Il condono servirà soprattutto a fare cassa.
Ci saranno, certamente, dei vantaggi per coloro che si vedranno diminuire la pretesa del fisco mediante una decurtazione delle somme dovute. Ma il motivo di fondo è cercare di incassare nell’immediato somme che difficilmente si sarebbero incassate.
Va quindi detto che il condono rappresenta sempre una palese dichiarazione di incapacità del fisco ad incassare le somme spettanti.