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Chi di voi non ha avuto un qualsiasi contatto con il GDPR, alzi la mano!
Nessuno, vero?
Per chi è appena rientrato da una lunga vacanza su Marte, ricordo che il GDPR è il regolamento europeo che ha sostituito interamente la vecchia regolamentazione italiana sulla privacy a partire dallo scorso 25 maggio.
Il 25 maggio è ormai trascorso e siamo ancora qui a domandarci dove e quando verremo colpiti da una asteroide, nel caso in cui non ci fossimo ancora adeguati alla nuova normativa privacy.
Ho usato, fin qui, dei toni catastrofici non a caso.
Ritengo infatti che le piccole imprese ed i professionisti non avevano alcuna necessità di doversi adeguare alla nuova normativa europea sul trattamento dei dati, in quanto nella maggioranza dei casi i dati che trattano sono sempre e solo quelli indispensabili per gestire un rapporto commerciale o professionale con i loro clienti o fornitori.
Ovviamente esistono attività che hanno degli obblighi di tutela dei dati piuttosto rigorosi (si pensi, ad esempio, alle professioni sanitarie), ma già esisteva una regolamentazione e già venivano tutelati i dati in modo molto stringente.
Le realtà economiche che conosco e che assisto si sono invece trovate nella necessità di dover sostenere ulteriori oneri, ulteriori adempimenti, ulteriori costi e nuove responsabilità.
Meglio sarebbe stato prevedere una specifica normativa semplificata per le piccole imprese ed i professionisti con l’indicazione dettagliata di quali adempimenti eseguire, magari personalizzandoli settore per settore.