Per chi adotta il regime forfettario la chiusura ormai prossima dell’esercizio 2017 comporta la necessità di compiere una serie di valutazioni sulla convenienza del regime fiscale adottato e sulla possibilità di mantenerlo anche per il futuro.
Quali controlli deve fare il forfettario
E’ opportuno che il lavoratore autonomo o l’imprenditore individuale che abbia adottato il cosiddetto regime forfettario verifichi per tempo il rispetto dei requisiti per il mantenimento del regime agevolato e, se così non fosse, gli effetti che ne potrebbe scaturire.
Da un punto di vista soggettivo il regime in esame è fruibile dalle persone fisiche esercenti un’attività d’impresa, di arte o professione.
Da un punto di vista oggettivo invece l’accesso al nuovo regime agevolato, nonché il mantenimento dello stesso negli anni successivi, è possibile per i soggetti che possiedono determinati requisiti, tra cui:
- i ricavi entro limiti stabiliti in base all’attività esercitata
- spese per lavoro dipendente non superiori a 5.000 euro
- e costo complessivo per i beni strumentali non superiore a 20.000 euro.
Cosa succede al forfettario se supera i limiti
In sintesi, ricordo che la determinazione del reddito imponibile avviene forfettariamente, ovvero applicando le percentuali stabilite per categoria di attività. Il reddito imponibile così calcolato viene poi tassato al 15% (o al 5% per i primi cinque anni di nuove attività).
Al superamento di uno dei limiti previsti dalla legge, il regime forfettario non può più essere adottato, ma viene “mantenuto” nell’anno a prescindere dall’ammontare di compensi raggiunto; la fuoriuscita dal regime si determina sempre nell’anno successivo.
L’ultimo anno di permanenza nel regime potrebbe quindi godere di una tassazione agevolata, a prescindere dal volume di ricavi realizzato, che potrebbe superare (anche di molto) il limite previsto dalla legge.
D’altro canto, un minimo superamento dei limiti potrebbe far perdere l’agevolazione per l’anno successivo.
Ecco quindi che l’andamento dei ricavi deve essere attentamente monitorato negli ultimi mesi dell’anno.
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Buongiorno
probabilmente faccio una domanda già fatta (Vd Rita del 3 gennaio) ma vorrei una vs conferma:
sono un avvocato. Sono stato in regime dei minimi nel 2017 (sotto i 30k), nel 2018 prevedo di essere sui 75k.
Vorrei sapere se a fine anno (quando avrò la certezza di aver sforato i 45k) dovrò rimettere tutte le fatture con IVA e ritenuta d’acconto per tutto il 2018 (e il fatturato del 2018 verrà tassato con regime ordinario?).
grazie
Gentile Mirko,
quanto da te affermato è corretto.
Dovrai solo passare alla fatturazione con Iva e all’applicazione della ritenuta di acconto immediatamente al superamento dei 45.000 euro di incasso.
Ti suggerisco di ragionarci bene su, in questo senso: se già ora hai la quasi certezza di superare i 45.000 euro, perché non passi già dal 2018 al regime semplificato, applicando Iva e ritenuta di acconto?
Ho gestito situazioni del genere e ti assicuro che creano molti problemi.
Il primo problema che mi viene in mente è questo: sei sicuro che il tuo cliente, dopo qualche mese dal pagamento della tua parcella, sarà disposto a versarti l’Iva?
Resto a tua disposizione.
forse l’errore nella m ia domanda è stata fuorviante:
volevo dire “sono stato in regime forfettario nel 2018” scusi
Grazie della risposta.
effettivamente speravo in una risposta diversa: tipo: non è così ti sbagli!
Ma lei ha detto nel suo articolo:
Al superamento di uno dei limiti previsti dalla legge, il regime forfettario non può più essere adottato, ma viene “mantenuto” nell’anno a prescindere dall’ammontare di compensi raggiunto; la fuoriuscita dal regime si determina sempre nell’anno successivo.
L’ultimo anno di permanenza nel regime potrebbe quindi godere di una tassazione agevolata, a prescindere dal volume di ricavi realizzato, che potrebbe superare (anche di molto) il limite previsto dalla legge.
Quindi io mantengo il regime forfettario nel 2018 no?
grazie
Salve nel 2017 ho adottato il regime forfettario con il limite di 30.000 euro annui. Nel 2018 ho superato il limite previsto di di circa 4.000 euro. Sulla somma eccedente, ovvero 4.000 euro, mi hanno detto che devo pagare l’IVA. Possibile? Credo non si affatto corretto, confermate? Anzi non solo non dovrei pagare IVA ma dovrei continuare a rimanere nel nuovo forfettario (limite 65.000), giusto?
Buongiorno Marianna,
il superamento del limite dei 30.000 euro di incassi nel 2018, avrebbe comportato la fuoriuscita dal regime forfettario a partire dal 2019.
La legge di bilancio 2019 ha elevato il limite massimo dai precedenti 30.000 euro a 65.000 euro annui, per cui le confermo che lei potrà rimanere nel regime forfettario anche per l’anno 2019 e seguenti.
Inoltre, come da lei indicato, non è assolutamente tenuta al versamento dell’IVA per il fatto di aver superato il limite dei 30.000 euro nello scorso anno.
Per cui può stare tranquilla: non deve fare nulla per il 2018 e sarà tassata come forfettario e, inoltre, potrà continuare anche nel corrente anno (e nei seguenti) ad essere forfettaria sino a quando non supererà il limite massimo dei 65.000 euro annui.
Resto a sua disposizione.
Buongiorno Antonio, ho una domanda da sottoporle, ringraziandola per l’attenzione che vorrà dedicarmi. Ho aperto p.iva nel 2016 con il regime forfettario allora vigente, quello per fatturato inferiore ai 30000 euro; finora le mie fatture hanno riportato la dicitura “operazione in franchigia da Iva ai sensi dell’art. 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 così come modificato dalla Legge n.208/2015. Non soggetta a ritenuta d’acconto ai sensi dell’art. 1 comma 67 della Legge n. 190/2014”.
Poichè l’entrata in vigore del nuovo regime forfettario 2019 impone, dopo le parole “Legge n. 208/2015”, l’aggiunta della dicitura “e dalla legge 145/2018”, tale aggiunta vale anche per me o posso mantenere la formula che ho usato finora? Ed eventualmente, la mia formula va modificata in qualche altro modo?
Grazie. Luca
Buongiorno Luca,
è stato già precisato dall’Agenzia Entrate che puoi mantenere la dicitura che hai sempre utilizzato.
Resto a tua disposizione.
Buonasera Antonio,
ti chiedo cortesemente di spiegarmi cosa succede se nell’anno in corso supero il limite di 65.000.
Vendo al dettaglio online su varie piattaforme come Ebay, Eprice e Amazon e di fatture ne faccio circa 20 all’anno. Nel caso dovessi arrivare a 85,000 di fatturato, come mi dovrei comportare ?
La differenza di 20.000 viene tassata diversamente ? Vi sono altre tasse da pagare o anticipare versamento INPS per l’anno successivo ? Devo tener conto di qualcosa ?
Nel 2020 passerei ad un regime semplificato o sbaglio ? Quale sono le differenze sostanziali ?
Grazie per la corte risposta
Buongiorno Lisa
se nel corso dell’anno 2019 superi il limite di incassi di 65.000 le conseguenze sono le seguenti:
– il reddito dell’anno 2019 sarà tassato ancora come regime forfettario
– dall’anno 2020 dovrai obbligatoriamente passare alla contabilità semplificata.
La contabilità semplificata presenta molti più adempimenti rispetto al regime forfettario. Ci sono molte differenze, ma le più importanti sono le seguenti:
– applichi l’Iva sulle tue vendite
– hai l’obbligo di tenuta della contabilità
– sarai tassata su un reddito calcolato come differenza tra gli importi incassati e le spese sostenute.
Resto a tua disposizione.
Buongiorno. Sono una partita iva ex minimi e il 2019 è il mio ultimo anno: dal 2020 passerò al forfettario per età. La mia domanda è: posso questo ultimo anno sforare i 30.000 euro e arrivare fino a 45.000 senza avere penali (cioè la stessa tassazione ex minimi 5%?)? Grazie!
Buongiorno Elisabetta,
puoi certamente arrivare ad un importo di compensi annui superiore a 30.000 euro ma non superiore a 45.000.
In tal modo, come da te correttamente indicato, avrai la stessa tassazione degli anni scorsi.
Resto a tua disposizione.
Buongiorno, in merito al regime forfettario le chiedo questo.
Nel 2017, in regime semplificato, ho acquistato un’auto con regolare fattura con Iva. Nel 2019 sono entrato in regime forfettario e ho fatto la rettifica Iva pagando circa 2000 euro. Nel 2020 rientrerò nuovamente nel semplificato perché ho superato i 65000 euro. Come mi comporto con l’auto in mio possesso? Posso farla rientrare in ammortamento e rettificare nuovamente l’Iva? Grazie
Buongiorno Giancarlo,
nel passaggio dal regime forfettario del 2019 a quello semplificato del 2020 potrai sia riprendere le quote di ammortamento che effettuare la rettifica dell’IVA.
Resto a tua disposizione.
Premesso che sono un libero professionista e ho optato (da sempre) per il regime forfettario.
Ho ricevuto una lettera da parte della Agenzia delle entrate dove si fa presente che viene segnalata una anomalia nel mio modello unico 2018 (riferita ai redditi 2017).
Infatti viene rilevata una differenza di circa 2.500 € tra quanto dichiarato da me nell’Unico 2018 (29.000€) e quanto emerge dalla C.U. (31.500 €).dell’Azienda presso la quale collaboro.
Dovrei fare una dichiarazione integrativa oppure dimostrare che effettivamente i compensi percepiti da me dichiarati sono corretti.
La differenza di 2.500 € è dovuta alle spese vive che io ho anticipato e che poi tale Azienda mi ha rimborsato.
Ho quindi contattato 2 commercialisti i quali mi hanno dato però versioni discordanti sul come risolvere questa faccenda.
Da un lato mi viene detto che avendo sforato il tetto dei 30.000 € (tale era il limite per il forfettario nel 2017) nell’anno in corso passerei nel regime ordinario sia nel 2017 che nell’anno successivo 2018, e che quindi dovrei pagare tutta l’IVA non versata a suo tempo (non potrei nemmeno più richiederla all’Azienda).
Dall’altro lato invece un commercialista tributarista mi dice che semplicemente per il 2017 dovrei fare una integrazione, pagare in proporzione la differenza di 2.500 € (anche se ho superato i 30.000€) e inoltre per l’anno 2018 resterei comunque nel regime forfettario (come lo sono tutt’ora) in quanto il limite nel 2018 è stato spostato a 65.000 €….
Come si potrebbe risolvere?
Grazie
Buongiorno Luigi,
sono costretto a darti una risposta ancora diversa dagli altri due professionisti.
Ti faccio due premesse:
– fino all’anno 2018 compreso, in caso di superamento del limite dei 30.000 euro, si passava al regime semplificato dall’anno successivo
– a partire dall’anno 2019 il limite dei 30.000 è stato portato a 65.000 euro
Pertanto la tu situazione risulta la seguente:
– l’anno 2017 è regolarmente tenuto in regime forfettario (anche se dovrai regolarizzare la somma non dichiarata)
– nell’anno 2018 avresti dovuto tenere la contabilità semplificata, applicando l’Iva sui tuoi compensi e la ritenuta di acconto
– dall’anno 2019 (se i tuoi compensi del 2018 sono stati non superiori a 65.000 euro) avresti potuto ritornare in regime forfettario
L’informazione che ti ha dato il primo consulente teneva in considerazione le regole del regime dei MINIMI e non quelle del regime FORFETTARIO.
D’altro canto il secondo consulente ti ha erroneamente indicato l’anno 2018 come anno di innalzamento del limite di fatturato, mentre ciò è avvenuto nel 2019.
Spero di esserti stato di aiuto.
Ok grazie
Ora è tutto più chiaro.
Sia nel 2018 che nel 2019 sono sempre rimasto sotto i 30.000 € di compenso
A questo punto dovrei quindi riemettere tutte le fatture (del 2018) con l’IVA e ritenuta d’acconto all’Azienda?
Grazie di nuovo
saluti
Esatto.
In realtà, per il solo anno 2018, dovresti tenere la contabilità semplificata, annotare le fatture, riemettere le fatture con IVA, versare l’IVA periodica, fare le liquidazioni periodiche e la dichiarazione annuale Iva.
Insomma, ci sono parecchio cose da fare.
Mio consiglio: fatti assistere da un professionista.
Ok, perfetto.
Avrei solo una domanda: potrei addebitare l’IVA all’Azienda oppure no?
Grazie tante per il consiglio, sicuramente mi avvarrò di un professionista.
saluti
La risposta non è semplice.
Qui entrano in campo anche degli adempimenti che restavano a carico dell’azienda, tipo: operare la ritenuta di acconto, rilasciare la certificazione unica, presentare il modello dei sostituti d’imposta.
Per quanto attiene all’IVA è comunque possibile addebitarla all’azienda.